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Materie prime ai massimi: gli effetti della pandemia prima e della guerra poi

Materie prime ai massimi: gli effetti della pandemia prima e della guerra poi

É innegabile che i mercati delle materie prime abbiano subito bruschi cambiamenti negli ultimi anni, portando i prezzi di questi ai massimi storici: tra novembre 2020 e luglio 2021, il prezzo del PVC è impennato del 73%, quello del legno usato ampiamente nella produzione industriale del 76%, e il prezzo del tondo di acciaio impiegato per il cemento armato ha subito un aumento del 243%. In aggiunta al rincaro delle materie prime, anche il costo dei trasporti mediante container hanno registrato bruschi aumenti. Questi due fattori uniti alla chiusura delle industrie causa pandemia ha causato una vera e propria emergenza economica mondiale, che ha soppiantato la crisi sanitaria da poco superata.

La situazione non sembra però migliorare nel 2022: l'invasione russa dell'Ucraina e le crescenti sanzioni economiche nei confronti di Mosca hanno fatto salire alle stelle anche i prezzi di gas, oro e altri metalli, spingendoli verso valori che non avevano mai toccato prima d'ora. Bisogna infatti tenere presente che la Russia fornisce il 40% del gas consumato in tutta l'Ue: il prezzo del gas di riferimento europeo, ha registrato infatti un nuovo record di 345 euro per megawattora (MWh). Conseguentemente a questo rincaro, le imposte sul gas sono aumentate vertiginosamente, rendendo il riscaldamento una delle spese più impegnative non solo per le attività commerciali e le industrie, ma anche per i cittadini. Analogamente all'aumento dei prezzi dell'energia sono saliti anche quelli di tutti i metalli che vengono prodotti in Russia, con l'alluminio che per la prima volta ha superato la soglia dei 4.000 dollari per tonnellata, mentre alcuni metalli come rame e palladio hanno fatto i nuovi massimi storici rispettivamente a 10.845 dollari per tonnellata e 3.442,47 dollari per oncia, mettendo in ulteriore difficoltà industrie già alle strette.

Situazione difficile: come farvi fronte?

La situazione di costante rincaro dei prezzi e di crisi economica globale non accenna a dare segni di miglioramento, ed è nata dunque la necessità da parte delle industrie di trovare rimedio a questo momento buio. Una prima soluzione è data da un diverso approccio all’uso delle risorse attraverso l’implementazione di “un’economia circolare” dove lo scarto non viene gettato, ma selezionato e reintrodotto nel ciclo produttivo. Così facendo, si aumenta l’uso delle energie rinnovabili e si rielaborano i propri processi produttivi cercando di ridurre al minimo gli sprechi. Un’ulteriore azione strategica è rivedere la “supply chain”, rivolgendosi al mercato della fornitura con una pianificazione basata sull’onboarding (assunzioni) e sulla gestione dei rapporti con i fornitori. Importante è considerare la possibilità di “insourcing”, ovvero il trasferimento all'interno di un'azienda di servizi e funzioni precedentemente assegnati a fornitori esterni: così facendo si rendono interne all'azienda attività solitamente svolte da società esterne, favorendo una maggiore autonomia e libertà di azione.

Un esempio di azienda che percorre da sempre la strategia dell’insourcing è la Moroni Coperture snc, ditta presente sul mercato delle coperture industriali da più di 30 anni, con innumerevoli scorte di magazzino e capannoni industriali, che garantiscono alla ditta stessa un’ottima indipendenza e refrattarietà all’aumento esponenziale dei prezzi delle materie prime, permettendole così di restare sempre pienamente operativa e competitiva sul mercato.